Se per vendere e comprare azioni ci si accorda sui social

Dopo il caso Gamestop, una piattaforma aiuta a individuare i segnali di potenziali azioni coordinate che potrebbero destabilizzare i mercati.

Coordinandosi su un social, alcuni investitori individuali decidono di acquistare contemporaneamente le azioni di una società in crisi, provocando un aumento del prezzo dovuto all’elevata richiesta. I trader che avevano invece “scommesso” su quello che pareva un inevitabile ribasso del prezzo delle azioni di un’azienda in cattive acque sono costretti a reagire a quella strategia, comprando a loro volta, e innescando un ulteriore vertiginoso aumento del prezzo. È quello che si chiama in gergo tecnico uno “short squeeze”. Uno degli eventi più eclatanti si è verificato – esattamente nei termini appena descritti – nel 2021 nel caso dell’azienda Gamestop, catena di negozi di videogiochi e accessori, le cui azioni quotate a inizio anno a 17 dollari per azione erano schizzate a quasi 500 dopo che un gruppo di investitori si era messo d’accordo sul social media Reddit per iniziare a comprarle in contemporanea.

Raccontata anche in film e serie tv, la vicenda ha portato all’attenzione del grande pubblico un fenomeno noto più che altro agli addetti ai lavori: la capacità di una comunità online – composta da retail investors, dunque investitori individuali con disponibilità limitate di capitale – di organizzarsi grazie ai social fino a influenzare fortemente le dinamiche dell’economia e scuotere i mercati finanziari.

“Negli ultimi anni c’è stata una rivoluzione nell’accesso al trading” spiega Luigi Longo, ex dottorando alla Scuola IMT e oggi ricercatore alla Commissione Europea. “Esistono ormai applicazioni che consentono l’ingresso nel mercato a investitori con capitali molto limitati, senza imporre commissioni elevate né soglie minime di investimento. Proprio per questo è necessario monitorare e regolamentare questi fenomeni, in modo che i mercati non vengano colti di sorpresa, con i rischi che questo comporta”.

L’influenza di questi investitori, chiamati anche “noise trader”, sul mercato è sempre stata considerata marginale rispetto a quella dei grandi investitori istituzionali come banche  e fondi di investimento. Ma questa immagine del piccolo investitore come spettatore passivo della dinamica di mercato è ormai superata: il caso Gamestop ha suggerito che, se coordinati, i retail investors possono muovere il mercato, con un impatto significativo.

Proprio per studiare e trovare delle soluzioni per mitigare questi fenomeni, un gruppo dell’unità di ricerca AXES della Scuola IMT coordinato da Massimo Riccaboni ha sviluppato un sistema di allerta per individuare in anticipo comportamenti sospetti in grado di influenzare i mercati finanziari. Il sistema, descritto nell’articolo dal titolo “A social media alert system for meme stocks”, punta a individuare nei social – utilizzati dai retail investors come community per discutere strategie di investimento – i segnali che qualcosa si sta muovendo, analizzando tramite algoritmi le discussioni e gli scambi tra utenti. Testato sul social Reddit, quello utilizzato anche nella vicenda Gamestop dai piccoli investitori, il sistema si articola in due fasi: innanzitutto vengono monitorate le attività sui social media, per esempio il numero di post, commenti e interazioni, relativi a specifici titoli. Se questi indicatori superano delle soglie predefinite – calcolate confrontando i dati attuali con quelli storici – si attiva un primo allarme. Nel caso in cui scatti questa allerta iniziale, il sistema passa poi a esaminare la struttura della rete degli utenti. In particolare, identifica se vi sono “influencer” o utenti centrali che guidano la discussione. Se i top influencer risultano essere gli stessi in un arco temporale esteso, ciò suggerisce un possibile coordinamento tra gli investitori, e si accende la “spia” dell’alert finale.

I test empirici, basati sui dati estratti da Reddit, hanno evidenziato che il sistema riesce a “prevedere” con giorni di anticipo anomalie nei rendimenti e nei volumi di trading dei cosiddetti “meme stocks”, ovvero azioni di aziende intorno alle quali le comunità online costruiscono e promuovono specifiche narrative. Grandi aziende come Apple e Microsoft, pur essendo spesso discussi online, non presentano gli stessi segnali di coordinamento.Questo conferma che il fenomeno riguarda in modo specifico imprese a bassa capitalizzazione, spesso meno liquide e più vulnerabili a movimenti improvvisi di investimento. In questi casi, è più facile alterare il prezzo con un’ondata di acquisti collettivi, specie quando il titolo ha anche un’elevata esposizione a posizioni short da parte degli investitori istituzionali.

Per rendere il sistema accessibile a un utilizzo pratico da parte delle autorità deputate a vigilare sul corretto funzionamento dei mercati azionari, con la metodologia descritta e testata nel paper è stata sviluppata una piattaforma, che può essere continuamente aggiornata con nuovi titoli di cui monitorare l’andamento ed eventuali spie di allarme. “Lo sviluppo condiviso su piattaforme open access di questi strumenti di monitoraggio contribuisce ad accrescere la trasparenza sul corretto funzionamento” osserva Massimo Riccaboni, professore di economia applicata alla Scuola IMT. “Questo a vantaggio di tutti gli investitori e in particolare di coloro che si avvalgono dei social media come strumento di accesso alle informazioni finanziarie”.

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