Con tabellone, tessere e pedine si impara a non sprecare acqua

I risultati del progetto Blutube confermano che il gioco serve a imparare comportamenti sostenibili.

Metti una classe di bambini della scuola primaria intorno a un gioco da tavolo: si collegano tubi di un acquedotto per fare arrivare l’acqua alle case, si riparano le perdite, si vincono punti a seconda di quanta acqua si riesce a risparmiare. Il gioco può poi continuare anche a casa, e mentre si parla con i genitori di risparmio idrico si possono guadagnare altri punti. Come pure si accumula punteggio dimostrando che nella vita quotidiana ci si è impegnati in comportamenti virtuosi, prendendo l’acqua in bottiglia alla fontana, oppure chiudendo il rubinetto mentre ci si lava i denti, e si sono ridotte le abitudini poco amiche dell’ambiente.

Questo gioco si chiama “Blutube – Chi porta l’acqua a casa”, e nel 2019, grazie alla collaborazione tra GEAL, Lucca Crea e il comune di Lucca, è diventato un “programma ludo-formativo” – e un esperimento – che si è svolto in 53 classi della scuola primaria a Lucca, che ora inizia anche a dare i primi risultati. Dietro il gioco c’era un’idea da testare, ovvero che attraverso l’attività ludica – specialmente se concepita e organizzata in un certo modo – sia possibile favorire e propagare comportamenti virtuosi dai più piccoli agli adulti, alle famiglie, e in definitiva alla società.

A studiare se, come, e soprattutto quanto l’attività ludica possa essere uno strumento efficace per l’apprendimento sono i ricercatori dei Game Science Research Center, il centro interuniversitario che comprende anche la Scuola IMT Alti Studi Lucca, dedicato alla scienza del gioco in tutte le sue declinazioni. “Cerchiamo di capire se il gioco può essere utilizzato come strumento per innescare un comportamento prosociale, ovvero positivo per la società nel suo complesso” sintetizza Roberto Di Paolo, ricercatore in economia comportamentale e sperimentale alla Scuola IMT. Nel caso del progetto Blutube, l’obiettivo è di migliorare la consapevolezza dei giovani studenti tra i 7 e i 9 anni, delle classi seconda, terza e quarta della scuola primaria, di come funziona il ciclo dell’acqua in natura e dell’importanza del risparmio idrico.

Ora uno studio conferma che il programma ludo-formativo organizzato intorno al gioco Blutube ha avuto un effetto positivo e misurabile sui comportamenti e le abitudini dei bambini e delle loro famiglie, specialmente quelli che comportano un uso importante o frequente di acqua, come lavarsi o bere.

I ricercatori, grazie all’aiuto del Provveditorato agli Studi di Lucca, hanno organizzato un quasi-esperimento in cui le classi che partecipavano al progetto sono state affiancate da altre classi che non partecipavano all’attività. Il programma ludo-formativo prevedeva tre fasi: un incontro con ciascuna classe, in cui agli alunni e alla classe stessa veniva consegnata una scatola del gioco e spiegate le regole del programma; una seconda fase di un mese e mezzo circa in cui gli studenti erano liberi di giocare a Blutube  in classe o a casa, accumulando punti sia con il gioco stesso sia con altre attività; e una fase finale, in cui le classi, selezionate in base ai punteggi raggiunti, si sfidavano in un torneo. Prima dell’inizio del programma, dopo la fine dello stesso, e infine a sei mesi di distanza, gli studenti delle circa 50 scuole sono stati sottoposti a un questionario che comprendeva domande del tipo: quanto tieni aperto il rubinetto mentre ti lavi i denti? Fai più spesso il bagno o la doccia? Bevi di più dalla bottiglia di plastica o alla fontana? Parli con i tuoi genitori di come non sprecare l’acqua? Le loro risposte sono state confrontate con quelle di un migliaio di altri studenti delle stesse scuole, che non hanno partecipato alle attività del programma.

“I questionari – in totale ne sono stati analizzati oltre 5mila – ci dicono che il gioco ha prodotto risultati positivi sia sulla conoscenza del problema del risparmio idrico, sia sul cambiamento delle abitudini”, osserva Di Paolo. “Nello specifico, il programma ha aumentato soprattutto le abitudini che coinvolgono il maggior uso dell’acqua, come il lavarsi le mani, farsi la doccia e bere acqua presa delle fontane, e l’abitudine di discutere di questi temi con i propri genitori. Specialmente quest’ultima dimostra come questi programmi, pensati principalmente per i più giovani, hanno un effetto su tutta la famiglia, che viene indirettamente coinvolta, e che l’effetto sui comportamenti persiste anche nel lungo periodo”.

Perché il gioco sia efficace come strumento di cambiamento sono però necessarie alcune condizioni: giocare una sola volta non basta. “Il messaggio è che i programmi basati sul gioco che mirano a promuovere comportamenti virtuosi, dovrebbero essere progettati in modo da coinvolgere i partecipanti quotidianamente, per un periodo di tempo sufficientemente lungo da consentire ai partecipanti di internalizzare gli argomenti trattati”.

Chiara Palmerini

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